Articolo scritto per Torinosette!
Di Stefano “Cisco” Bellotti
Sapete stavo pensando quanto fosse strano per un modenese come me, abitante in quel di Novellara, pittoresco paesino Guareschiano, incrociare la strada artistica con il più famoso concittadino novellarese in quel di Torino.
Eh si perché chi non lo sapesse ancora, e sono in pochi, Novellara è famosa in tutta Italia per aver dato i natali ad Augusto Daolio mitico cantante prematuramente scomparso alcuni anni fa e al suo famosissimo complesso musicale cioè i Nomadi.
Io oramai vivo a Novellara da più di dieci anni e la strada quella non metaforica, ma reale, fatta di portici, ciottolato e campagna, con il buon Beppe Carletti l’ho incrociata parecchie volte, nonostante gli impegni di entrambi in giro per l’Italia e per il mondo.
Ma la cosa strana invece è che l’incontro artistico su di un palco debba avvenire per la prima volta in quel di Torino, evidentemente ci voleva l’intraprendenza di un impresario piemontese per mettere insieme le due cose e quindi eccoci qua a tessere le lodi al Piemonte e a Torino.
L’occasione è una di quella importanti, infatti si festeggiano i quarantacinque anni di carriera artistica del gruppo più longevo d’Italia e se questo è possibile è solo grazie alla caparbietà e resistenza del buon Carletti.
Ovviamente da buon Mulo quale io sono, rivendico assolutamente la cocciutaggine e la testardaggine come un pregio e non come un difetto come molti a volte vogliono fare intendere.
Perché Beppe ne ha viste e passate tante musicalmente parlando, dal periodo glorioso del Beat italiano degli anni 60, al periodo rock psicadelico dei 70, agli anni bui senza un vero contratto discografico dei mezzi 80, quando i Nomadi li potevi trovare a suonare in tutte le feste de L’Unità in provincia e dintorni, con al seguito la loro immancabile “Grande famiglia” di afecionados .
Fino ad arrivare all’inizio degli anni 90 con l’immenso dolore della perdita di un compagno di viaggio importante come Augusto e il successivo periodo di dure decisioni sul come proseguire e con chi.
Le scelte certo non si possono dire che non siano state azzeccate, visto che il gruppo in questi anni è riuscito a scalare le classifiche e a ritagliarsi un posto di primissimo piano nella scena musicale italiana.
Per quanto mi riguarda la mia conoscenza con le canzoni dei Nomadi passa attraverso l’ascolto dei dischi di Guccini e di quel bellissimo live registrato al mitico Kiwi di Piumazzo, dove il cantante Modenese-Bolognese è supportato dalla band di Carletti e dalla voce di Augusto.
Un disco dove la via Emilia si trasforma in una americaneggiante Route 66 e le storie di paese e della provincia emiliana assumono un’ epica e un immaginario internazionale.
Quindi speriamo di riuscire a ricreare sul palco del Palavela di Torino un po’ quella stessa atmosfera e quello stesso immaginario, con un pensiero nel cuore al mitico Augusto e un saluto e un sorriso al maestro di tutti noi l’inossidabile Francesco Guccini.
Cisco Il Mulo
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