Anche quest’anno sanremo è passato e anche questa volta siamo sopravvissuti all’ondata di buonismo e retorica musicale che tutti gli anni ci propinano, uno spettacolo che ha sfiorato il patetico per quasi tutto il tempo, penso alle “splendide canzoni d’amore” cantate in duetto guardandosi negli occhi o ai vetero sanremesi imbalsamati ripuliti e spolverati per l’occasione, per finire con i pseudo-cantanti impegnati che protestano e cantano di un mondo allo sbando, paradossalmente sul palco di sanremo!!!!!!
Comunque bando alle ciance e guardiamo oltre, guardiamo altrove , dove la musica per fortuna viene ancora fatta con il cuore e pensata con il cervello e non con il portafoglio!
E allora eccovi qua un po’ di vera nuova musica italiana .
Partiamo dal grande Ettore Giuradei che con il suo nuovo cd dal titolo “Era che così”, si conferma grande cantautore moderno visionario e mai scontato.
Provate a seguire le sue liriche e le parole usate in brani come “Stupito” o “Era che così”.
Un disco che suona veramente bene con grandi arrangiamenti, creati dal talentuoso fratello di Ettore, Marco Giuradei, che con il suo piano dirige tutti gli altri strumenti che suonano al posto giusto nel modo giusto al tempo giusto.
Altro ottimo lavoro è quello dei Portoflamingo dallo strano e accattivante titolo Fabrizio, certo alla kermesse sanremese sarebbero stati presentati come i Fabrizio e il loro disco Portoflamingo, ma questi sono altri discorsi che non ci interessano più!
Un album che sà di ballo e di festa, senza però trascurare un buon approccio di scrittura vicino al cantautorato migliore, quello di nomi a noi noti, ma che è meglio non ripetere ogni volta che si parla di nuove band o nuovi dischi, divertente e piacevole dovrebbe essere assaporare i brani dal vivo.
Disco completamente diverso dai due precedenti ma altrettanto interessante è quello dei Ramsazizz’, si dovrebbe scrivere più o meno così, ma non ne sono sicuro.
Un disco che sa di mediteranno ma non di scontato, che mescola le culture arabe ai ritmi moderni tecnologici delle nuove generazioni di musicisti popolari, usando la tradizione mediterranea eseguita con strumenti popolari come il bouzouki e fisarmoniche.
Il tutto condito da una babele linguistica che passa dai dialetti calabresi e milanesi al bulgaro fino ad arrivare ad uno strano linguaggio di mescolanza linguistica cantata da Roy Paci, che ricorda un po’ il Salvatore “Penetenziagine” del Nome della rosa.
Altro lavoro imperdibile e’ l’ultimo disco degli OflagaDiscoPax, che ormai con la loro formula collaudata, uniscono la voce narrante e descrittiva delle canzoni a basi musicali elettroniche e chitarre evocative, in una unica cosa sempre fresca ed efficace.
Le canzoni che qui prendono la forma di brevi racconti narrati , assumono una forza e una capacità comunicativa impressionante, soprattutto per emiliani come noi cresciuti nei sobborghi delle operose città Reggiomodenesi e dello stesso evo di tempo dell’autore Max Collini.
Quando sento alcune storie raccontate nel disco rivivo la mia infanzia tra palazzoni rossi campetti sportivi e sede del partito che dettava i ritmi del quartiere……. Partito non piu’ pervenuto!!!!
Certo il risultato può ricordare alcune cose già sentite dei CCCP oppure dei Massimo volume, ma questo non toglie forza e personalità al progetto del trio Reggiano!!!
Buon Ascolto a tutti perchè sanremoèsanremo!!!!
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