I Cento Passi
Nato nella terrra dei vespri e degli aranci
Tra Cinisi e Palermo parlava la sua radio
Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare
La voglia di giustizia che lo portò a lottare
Aveva un cognome ingombrante e rispettato
Di certo in quell’ambiente da lui poco onorato
Si sa come si nasce ma non come si muore
E se il nostro è un ideale ti porterà dolore
Ma la tua vita adesso puoi cambiare
Solo se sei disposto a camminare
Gridando forte senza aver paura
Contanto cento passi lungo la tua strada
E allora
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Poteva come tanti scegliere e partire
Invece lui decise di restare
Gli amici, la politica, la lotta del partito
Alle elezioni si era candidato
Diceva da vicino gli avrebbe controllati
Ma poi non ebbe tempo perché venne amazzato
Il nome di suo padre nella notte non è sevito
Gli amici disperati non l’hanno trovato
E allora dimmi se tu sai contare
Dimmi se sai anche camminare
Contare camminare insieme a cantare
La storia di Peppino e degli amici siciliani
E allora
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Era una notte buia dello stato italiano
Quella del 9 maggio ’78
La notte di via Caetani , del corpo di Aldo Moro
L’alba dei funerali di uno stato
E allora dimmi se tu sai contare
Dimmi se sai anche camminare
Contare camminare insieme a cantare
La storia di Peppino e degli amici siciliani
E allora
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi