Caro Augusto, ciao, come stai?
Ti scrivo mentre fuori sale la nebbia
mi sembra di vederti sbucare
qui intorno c’è solo pianura
un vecchio airone che prova a volare
Se chiudo gli occhi ti sento parlare
vedo il tuo pugno dritto su in cielo
ci hai insegnato a pensare e cantare
Da quando ci hai salutato
è rimasta solo una scia
Di sicuro non ti sei scordato
della tua sana follia
delle tue donne e della voglia di andare
di quel tuo grande vuoto da riempire
che se poi parti, lui se ne va via
da quel film che tu chiamavi vita
Caro Augusto, ci mancano parole
e ti prego ritorna a cantare
per far tacere chi si sente sicuro,
pulito e fiero e predica il vero
ancora Augusto è giunta l’ora di andare, aspettando una nuova chiamata
ma prima o poi passeremo a trovarti
con un biglietto di sola andata…
Dalle tue parti ora che si dice?
Qui il mondo cammina all’indietro
consuma scarpe in terre bruciate
facciamo file per cercare lavoro
Hai ancora quel tuo vecchio Mercedes?
E la chitarra dalle corde scordate?
Il pennello, la tela e i colori
con quei cavalli pronti a scappare?
Caro Augusto, ci mancano parole
e ti prego ritorna a cantare
per far tacere chi si sente sicuro,
pulito e fiero e predica il vero
ancora Augusto è giunta l’ora di andare, aspettando una nuova chiamata
ma prima o poi passeremo a trovarti
con un biglietto di sola andata…
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